RIFLESSIONE
Quante volte vi è capitato di chiedere un caffè?
Sicuramente molte.
Quante volte vi viene servito un caffè anonimo di cui l’unica informazione è la marca, perché è stata chiesta o individuata su qualche oggetto pubblicitario?
Sicuramente molte!Cinque ristoratori su 10 sanno indicare se utilizzano un’Arabica 100%, ma alla domanda se la loro miscela è monoorigine, 7 su 10 non sono in grado di fornire notizie specifiche sulla provenienza geografica.Purtroppo conoscere la specie è condizione necessaria ma non sufficiente per stabilire la qualità in tazza.
Esistono infatti puri Arabici qualitativamente scarsissimi e con costo al torrefattore molto più basso di un caffè Robusta.
Pertanto l’unico modo di misurare il valore del caffè che si sta bevendo e soprattutto di avere la certezza che la sua qualità resti immutata nel tempo è quello di utilizzare una miscela certificata relativamente alla descrizione, alla varietà e alla tipologia del contenuto.
Se sul sacchetto del prodotto che si acquista non ci sono indicazioni di alcun genere, come si può valutare se il costo è determinato dalla qualità piuttosto che da una furba politica commerciale?
In questo breve viaggio nel mondo del caffè cercheremo di scoprirne le peculiarità e i segreti, analizzeremo la sua pianta e le varie lavorazioni e capiremo che la preparazione di un espresso è un’ arte, come la sua degustazione.
Quanto segue non ha la presunzione di fornire un metro di giudizio sulla bontà di un caffè, valutazione quest’ultima assolutamente soggettiva e indiscutibile, bensì uno strumento grazie al quale chiunque possa essere in grado di conoscere questo prodotto così amato nel mondo e di valutare tramite analisi di tipologia, grado di selezione, crivello, raccolta, trattamento, lavaggio, tenore di caffeina, umidità, la sua qualità e il suo valore economico;
E infine soprattutto di comprendere che questi ultimi non potranno in alcun modo essere determinati se i dati del prodotto non vengono forniti.